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Viaggio nella movida, fra blitz e test antialcol

L’appuntamento è alle undici in corso Matteotti. Il vicecomandante Alberto Gregnanini e l’ispettore capo Daniele Lieti arrivano a bordo di una Fiat Stilo grigia. Sono in borghese, e la prima impressione è che siano due amici pronti per un tranquillo venerdì sera. In realtà, davanti a loro si prospetta una lunga notte di lavoro, con l’orecchio sempre attento alla radio di servizio che gracchia informazioni provenienti da ogni parte della città. Inizia così il viaggio dentro la movida torinese, vista però dalla prospettiva della polizia municipale, dalla parte cioè di chi deve contenerla, limitarla, garantendo la sicurezza stradale e l’ordine pubblico.

La prima tappa è il parco del Valentino. Come ogni weekend, davanti alla facoltà di architettura si accalca il popolo della notte. Trovare un parcheggio non è semplice, e così qualcuno ha pensato di sradicare alcuni paletti che bloccavano l’accesso ad un’area vietata, garantendosi un altro centinaio di posti auto. «Abbiamo investito molte energie al Valentino – dice Gregnanini – e, malgrado episodi come questo, gli effetti si vedono. Il parco oggi è più fruibile che un tempo». Questo anche grazie all’aumento del numero degli agenti e alle nuove forme di collaborazione con le altre forze dell’ordine.

Dopo un lungo giro, l’auto riparte verso piazza Vittorio, dove presidi di vigili e polizia bloccano gli accessi ai Murazzi. Tutto intorno, la solita confusione di persone, musica e auto in coda. Tutto procede senza incidenti, la radio rimane muta. «Giornata di grazia – nota Gregnanini -. Di solito a quest’ora siamo come delle palline da flipper, in giro da una parte all’altra della città. Agosto si avvicina, c’è meno gente». Piazza Vittorio è però il solito parcheggio abusivo. «Capiamo i problemi di chi ci vive – interviene Lieti – ma non possiamo considerare i ragazzi che vengono qui come il male assoluto».

In piazza Castello, c’è un presidio per i controlli alcolemici: otto agenti, un’unità cinofila e la postazione per i test. Le auto vengono fatte accostare in zone sicure, poi il guidatore soffia dentro al precursore, uno strumento giallo che funge da pre-test: se la spia rossa si illumina, si passa all’etilometro, per l’esito definitivo. «Tutte le nostre pattuglie sono attrezzate per questi test. Quando abbiamo iniziato, il 25% dei controllati superava la soglia consentita. Oggi solo il 6% oltrepassa lo 0.50 previsto dalla legge. Siamo orgogliosi di questi risultati».

Subito dopo, si riparte verso via Cirio, dove finanzieri e vigili stanno intervenendo per smantellare le bancarelle abusive davanti al mercato di “Vivi Balon”. Gli ambulanti, per lo più immigrati, attendono davanti alla loro merce, avvolta in lenzuola o dentro scatole di cartone. Gregnanini osserva il lavoro dei suoi uomini e commenta: «Sono molte le lamentele per il degrado della zona. Spesso queste persone vendono oggetti pescati nei bidoni dell’immondizia e risistemati. Il nostro è un approccio preciso: presenza costante. Così si evita di affrontare i problemi quando è troppo tardi».

Si risale in macchina per una nuova puntata in centro. La folla diminuisce lentamente e anche i locali dei Murazzi si attrezzano per chiudere i battenti. Anche se la serata volge al termine, nove pattuglie in tutta la città sono ancora in servizio, come ogni notte. Alle tre e mezzo il giro si conclude. «Ora inizia il momento critico – chiosa Gregnanini -, quello in cui siamo chiamati ad intervenire per gli incidenti più gravi».

Pietro Bellantoni